TERAMO – Al tavolo chiesto dai titolari degli esercizi turistici dei Prati di Tivo, Provincia, gestore e commissario liquidatore della Gran Sasso Teramano garantiscono che l’8 dicembre gli impianti riapriranno, ma sui volti degli operatori della stazione sciistica si legge evidente la preoccupazione che qualcosa di possa complicare. Ad acuire questa sensazione di timore, qualche notizia non proprio positiva che va ad aggiungersi a quella nota del decreto ingiuntivo presentato dal sindaco di Fano Adriano, Luigi Servi, per riavere 108mila euro di canoni dei terreni mai versati: manca la fune della biposto ‘Pilone’ con cui chiudere i lavori di revisione dell’impianto, così come i ‘telecomandi’ dei dispositivi antivalanga montati in queste settimane sulle piste che impediscono la redazione del piano di sicurezza vincolante per le autorizzazioni all’apertura, tanto per dirne due.
Ma se a questa sottolineatura, il presidente Diego Di Bonaventura risponde con un tranquillizzante "è questione di qualche giorno e tutto sarà sistemato", le reazioni collettive non sono delle migliori all’annuncio dell’arrivo di un’altra lite giudiziale con un socio della Gst: dopo Fano anche il presidente dell’Asbuc di Pietracamela e Prati di Tivo, l’ente che gestisce gli usi civici, Paride Tudisco, fa sapere di essere pronto a depositare una richiesta di lodo arbitrale per riavere il pagamento arretrato dei canoni dei terreni su cui insistono le piste dei Prati di Tivo. Si tratta di circa altri centomila euro che si sommano ai 54mila di un precedente decreto ingiuntivo presentato dall’Asbuc durante la gestione commissariale di Sergio Saccomandi, esecutivo anche questo come quello del Comune di Fano, ma di epoca pre-liquidazione, e che non è stato ancora eseguito. C’è un parziale rimedio a questo triplice contezioso, per come l’ha spiegato il commissrio liquidatore Gabriele di Natale: essendo la società in liquidazione, difficilmente potranno essere efficaci i pignoramenti anche perchè le casse sono vuote. Il bando per la vendita delle proprietà, in corso di pubblicazione tende infatti a questo: incassare soldi per pagare i creditori, tra i quali anche l’Asbuc e il Comune fanese, i cui debiti sono certificati e non contestati, è dei quali il Fisco il principale, con circa 800mila euro da riscuotere. Certo, la speranza è che l’asta non vada deserta oltre la terza volta (ad ogni vendita si scende del 35% del valore della basa d’asta), dove da una quota iniziale di 3,6 milioni di euro si potrebbe scendere fino a 1,8, comunque una cifra idonea per coprire il debito attuale di 1,2 milioni. Di sicuro, i conti economici del gestore Marco Finori non trovano grande aiuto dall’obbligo, purtroppo sostenuto da contratti vecchi di decenni, che impogono il rilascio di abbonamenti stagionali gratuiti ai residenti nei comuni di Fano e Pietracamela e dai ‘frazionisti’ che cedono gli usi civici per le piste. E’ questa la polemmica che scalda gli animi al tavolo della riunione, dopo lo sfogo del commissario Di Natale che assomma ad oltre 150mila euro l’equivalente di queste tessere per il libero transito agli impianti. Come dire, anche grazie all’aiuto della politica in molti caasi, scia gratis il residente, e l’amico dell’amico di questi: numeri talmente abbondanti da stonare con la popolazione che vive nei due comuni, a malapena 600 abitanti in totale, la metà dei quali non ha più l’età e le condizioni fisiche per inforcare sci o snowboard.
Ma vi direte: c’è stata una notizia positiva in questa riunione? Proviamo a cercarla in un altro annuncio, programmatico ancora una volta, del presidente Diego Di Bonaventura che ha svelato un suo sopralluogo ("sono stato catapultato su una jeep a Cerqueto e mi hanno portato a vedere un sentiero largo 4 metri…") sul versante che dai Prati di Tivo scende verso la Valle Siciliana sul fronte del Traforo del Gran Sasso: "Costruiremo il collegamento con i Prati, una bretella che salirà dall’autostrada fino ai Prati di Tivo, circa 8 chilometri di speranza, che rappresentano il futuro dello sviluppo non solo di questa zona ma di tutto il comprensorio montano, da qui fino a Crognaleto – ha detto con il suo noto fervore il presidente -".
Intanto però c’è il cruccio di quale riflesso potrà avere sull’attività invernale della stazione turistica teramana del Gran Sasso e sulle tante iniziative imprenditoriali che dall’annuncio di una stagione per la prima volta puntuale all’appuntamento con la neve, avevano rpreso vigore ed entusiasmo. L’inziativa del Comune di Fano Adriano è stata criticata da tutti, così come tutti auspicano una conciliazione con il sindaco Luigi Servi, magari tesa al consolidamento di un progetto comune con l’attuale gestore degli impianti dei Prati, che ieri sera a confermato la sua disponibilità a rimettere in piedi la seggiovia Ginestra. Ma al momento sembra di capire che la collera sia il sentimento che più la fa da padrone nei commenti al procedimento speciale civile che è arrivato da Fano. In particolare è il presidente Di Bonaventura a sottolineare il tradimento: "A me piace giocare con la carte sul tavolo e senza bluff. La squadra ha lavorato insieme per centrare un obiettivo che tutti volevamo, riaprire gli impianti. Accade però un fatto strano: quando tutto sta andando per il verso giusto, un socio presenta un decreto ingiuntivo. Quale è la missione dietro questi atti? Mi dicono che è atto dovuto, ma perchè non è stato fatto tre anni fa? Forse qualcuno non è contento che stiamo tornando a far sognare la montagna con un progetto turistico che parte dalla montagna. Qualcuno non è contento e vuole accoltellarci alle spalle. Mi prendo altre 48 ore per decidere come proteggermi da questi attacchi alla società. Stiamo giocando una partita: se qualche giocatore pensa di vendersela, non ci sto, me la vendo io come socio di maggioranza e quando dico io".